Un infermiere d'eccellenza è la vera cura
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- 22 nov
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Oggi è un dato di fatto; molti pazienti preferiscono curarsi a casa.
E, appena possibile, scelgono dimissioni tempestive per continuare le cure in un ambiente che sentono proprio, dove si sentono più sicuri e attenzionati.
Le terapie prescritte dai medici sono fondamentali, certo, ma non bastano da sole. Se un medicinale guarisse sempre e comunque, basterebbe somministrarlo a tutti e non ci sarebbero più malati (cit. dott. Fabio Calabrò, Direttore Oncologia Medica 1 – Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, Roma).
Accanto alla terapia – alla sua corretta gestione, somministrazione e monitoraggio – intervengono altri fattori decisivi: l’ambiente di cura (in questo caso il domicilio) e il professionista sanitario, medico e soprattutto infermiere.

Le persone che si prendono cura del paziente devono possedere non solo solide competenze cliniche (e in Italia, su questo, possiamo vantarci), ma anche competenze empatiche e comunicative. Competenze che il sistema formativo purtroppo non insegna affatto, ma che spesso fanno la differenza tra un percorso terapeutico partecipato e uno subìto.
La comunicazione empatica ha benefici dimostrati: aiuta il paziente in ogni fase, dalla diagnosi alla cura. Come testimoniato dalla prof.ssa Maria Stella Padula (Medicina Generale e Cure Primarie, UNIMORE) in studi condotti con Scienze Infermieristiche, un atteggiamento positivo del professionista si riflette sul paziente e sulla famiglia, diventando un “medicinale” potentissimo, senza alcuna controindicazione.
In AVA4.0 tutto questo lo facciamo da quattro anni, sul campo, ogni giorno. E possiamo confermare ciò che la ricerca UNIMORE ha dimostrato; il paziente seguito al domicilio da infermieri formati, presenti e comunicativi ottiene benefici eccellenti superiori alla media.
Benefici che non nascono solo dal professionista, ma dal “patto di cura” creato con la famiglia, lo scambio di informazioni, bisogni, osservazioni e abitudini ci permette di costruire un’assistenza davvero ad personam.
Gli infermieri di AVA4.0, oltre a svolgere formazione continua di crescita personale e professionale, mettono costantemente in discussione il proprio operato, cercando perfino i più piccoli margini di miglioramento.
Ed è proprio questo che fa – e continuerà a fare – la differenza tra un’assistenza “corretta” e un’assistenza d’eccellenza.




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